L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Che cos’è l’arte contemporanea? Ce la possiamo cavare rispondendo che è tutto ciò che il suo autore propone come tale. Il problema sorge quando
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Ma ricordiamoci anche del realismo che proviene all’arte contemporanea da un altro canale, quello che ha a che fare con la riproduzione delle
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Ciò che si può considerare a questo punto è che non è la figura a mancare nell’arte contemporanea, ma piuttosto l’idealizzazione della figura
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Noi crediamo di capire l’arte antica perché presenta più figure dell’arte contemporanea. Ma che cosa capiamo in effetti di un quadro come quello
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Qualcuno pensa che nell’antico ci fosse un’ancora di salvezza nel giudicare cosa fosse arte, o almeno degno di attenzione, attraverso l’esibizione di
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Qualcuno può obiettare che l'arte antica ci offre un’emozione più immediata. Cosa falsa nella maggior parte dei casi, tranne che per qualche dipinto
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Ci sono volte in cui l’incomprensione nei confronti dell’arte contemporanea è dovuta al giudizio negativo che aleggia intorno ai suoi autori. Più che
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In effetti, tutti vorremmo avere una pietra di paragone sulla cui base stabilire cosa sia arte e cosa non lo sia. Ricordiamo però che nella storia l
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«dissonanza cognitiva», molti studiosi sono arrivati a dire che l’arte non esiste più: per chi è schiavo delle proprie certezze, la distanza tra ciò che si
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l’arte contemporanea di vocazione occidentale ad avere avuto ampia diffusione a livello globale. È stato sulla base della sua formula opere che non
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certamente una novità nel sistema dell’arte. Se osserviamo la storia della Biennale di Venezia e, soprattutto, dei padiglioni nazionali ai Giardini
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Oggi si assiste a un’ampia diffusione di esposizioni e progetti internazionali che studiano e presentano le nuove tendenze dell’arte non occidentale
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A questo punto, però, è necessario fare un salto indietro. Non sono soltanto gli artisti extraeuropei che cercano di contaminare l’arte occidentale e
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Scrivere la storia dell’arte non è affatto un compito neutro. Le nazioni e le culture lottano ancora tra loro su questo punto e di solito è vincitore
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Anche i migliori studiosi del settore si sono arresi, lasciando la questione in sospeso. Ernst Gombrich afferma che l’arte in sé non esiste, esistono
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proporre la cosiddetta «teoria istituzionale», per la quale si può definire arte ciò su cui un novero ampio di specialisti e di appassionati raggiunge un
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quindi che l’unico modo per non cadere in tali tranelli sia un abbandono radicale del sistema dell’arte contemporanea.
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Resta un dubbio di fondo. L’arte visiva ha invaso il mondo nella sua formula occidentale, probabilmente perché è la forma più simbolica di un
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In effetti oggi l’arte visiva è molto implicata, anzi, quasi travolta dai meccanismi di promozione e di mercificazione, tanto che si è diffuso un
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operato. Non a caso il misticismo, come presa di coscienza dell'incapacità di conoscere tutto attraverso la ragione, riemerge con vigore nell’arte
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Attraverso l’arte contemporanea è possibile «articolare una geografia seconda, poetica» in cui si cerchino «le reliquie del senso e talvolta i loro
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Può darsi che il sistema dell’arte come lo conosciamo oggi crolli o cambi. Ma questo non toccherà la sussistenza dell’arte, che non ha mai smesso di
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definizione generale; meglio «concentrarsi su opere particolari e domandarsi perché esse sono arte e perché ciò potrebbe essere importante per noi» come
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sempre sottolineato le difficoltà del rapporto arte/denaro e arte/storia, allo svizzero Thomas Hirschhorn, che trasforma interi ambienti in percorsi
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Ma questo punto ci porterebbe molto lontano. Lasciamolo dunque aperto alla discussione. L’arte deve porsi in modo diretto la questione dell’impegno
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Quando le soluzioni si accumulano, i problemi si alterano, tanto nella storia dell’arte quanto nella storia in generale; è così che le due storie
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ogni opera d’arte importante può essere considerata come un avvenimento storico e allo stesso tempo come la soluzione faticosamente raggiunta di un
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• La fine dell’opera unica come strada privilegiata in favore, anche, della riproducibilità. Nonostante la struttura del mercato dell’arte tenda ad
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’ultimo ha analizzato, soprattutto in Arte e percezione visiva del 1954, il rapporto tra arte e intuizione cognitiva, introducendo nella pratica artistica
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Nei suoi Paragraphs e Sentences sull’arte concettuale, pubblicati tra il 1967 e il 1969 su «Artforum» come brevi e taglienti testi programmatici
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un’arte ultra-concettuale che enfatizza il processo di pensiero in modo quasi esclusivo. Così come sempre più spesso il lavoro è concepito nello
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e altre cose visibili su carta non necessariamente da intendersi come arte); o al critico-curatore Seth Siegelaub che nel 1968 invitò una quindicina
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La stessa critica d’arte ha esagerato il ruolo che questo pittore cubista, bibliotecario per guadagnarsi da vivere e per leggere gratis, volle dare
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’arte della nuova condizione per la quale stiamo diventando nodi di una rete infinita di collegamenti, una ragnatela dove il centro e la periferia si
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negli anni Novanta; le mostre che hanno impostato la riflessione su questi temi da parte dell’arte visiva hanno avuto titoli suggestivi ed espliciti
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Dovremmo considerare arte tutte queste sue attività?
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concluse felicemente con la vittoria di Duchamp e Brancusi. Ma in effetti, come si può distinguere ciò che è arte e ciò che non lo è? Come ha messo in
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, invettive, 2006-2009. L’artista cinese ha considerato arte la sua attività di commentatore via Internet, soprattutto incentrata sulla responsabilità civile e
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sia, come descrive l’antropologo Marcel Mauss nel suo Saggio sul dono, per regalarle o scambiarle ribadendo alleanze. Arte o non arte? A volte le
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Comunque la si voglia definire o anche se non la si vuole definire, la serie di oggetti che vengono chiamati arte non è un’entità astratta al di là
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Stiamo parlando del «sistema dell'arte». È stato il critico Lawrence Alloway a usare per primo questa espressione, in un saggio apparso sulla rivista
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Seppure con sfumature diverse, queste sono le basi della cosiddetta «teoria istituzionale dell’arte», secondo la quale i valori sarebbero appunto
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Nella sua autobiografia, Peggy Guggenheim si volle descrivere come una casalinga americana con due figli, molti amanti e qualche interesse per l’arte
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Il sociologo Howard S. Becker ha osservato, nel suo libro del 1982 I mondi dell’arte, che in effetti non esiste un solo mondo dell’arte. Coloro che
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Una parte consistente del sistema dell’arte si è coagulato nella complessa rete che riguarda la costruzione delle mostre, che sono diventate il
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Un altro elemento da tenere in considerazione quando si guarda a un’opera d'arte come a un investimento è la sua liquidità in termini monetari. Più
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Nel paragone tra arte contemporanea e arte antica ci sono molte false credenze che si ripetono. Il problema è che non si può cercare nell’arte uno
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I nemici dell’arte contemporanea sono anzitutto nemici delle immagini in generale, un tema troppo vasto per poterlo approfondire qui. L’iconoclastia
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Certo è che i nemici dell’arte visiva, quando condannano in maniera specifica quella contemporanea, assumono spesso una posizione oltranzista. In una
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Katharina Fritsch ha reinterpretato motivi da sempre presenti nella storia dell’arte, tra cui la religione (arte devozionale), il corpo umano
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